mercoledì 18 gennaio 2017

Il mio dialogo con il vento

Avvolta da un mantello di nubi, seduta su questo scoglio, vedo ciò che è rimasto mi si stringe il cuore.
Osservo quello che è rimasto dopo il passaggio dello tsunami ed è terrificante comprendere come tutto possa cambiare nell'arco di poco tempo.
Quel porticato a ridosso del mare era tutto per me e adesso non c'è più!
Il legno putrido, spaccato, continua a sgretolarsi portando con se quelle minime parti rimaste miracolosamente intatte.
Chiudo gli occhi ed è come se lo vedessi ancora li, in tutto il suo splendore.
Era una piattaforma di legno scuro, poggiata sulla duna di sabbia.
Un legno pregiato scelto con cura e pagato a peso d'oro perché volevo che fosse tutto impeccabile. Al centro di questa piattaforma un gigantesco letto matrimoniale, con un materasso bianco di pelle per distendermi in quelle giornate calde, ed essere baciata dal sole e della brezza del mare sospinta dal vento. Era il mio rifugio anche in quei pomeriggi in cui il tempo ombroso e cangiante infondeva in me tristezza e malinconia e lo stesso vento trasportava paure, nuove ma soprattutto vecchie.
Un porticato che fungeva da tetto, da focolare, forse anche da mamma per ripararsi e sentirsi al sicuro!
Ai lati delle tende anch'esse bianche sospinte in alto dalle raffiche di vento, a volte tenue, a volte violante. Erano una forza della natura perché si piegavano ma non si spezzavano. Mai uno strappo, mai una ferita apparente.
Rimanevo ore e ore a oziare su quel materasso, godendo del panorama mozzafiato che si prospettava davanti ai miei occhi.
Mi piaceva trascorrere li i miei pomeriggi perché finii per parlare con quel vento e alle volte avevo anche la sensazione che mi rispondesse. Mi capiva, mi lasciava spazio per intavolare discorsi a volte banali, a volte profondi come quelli sul senso della vita, la mia in particolare.
Lui soffiava e io rimanevo li ad ascoltarlo perché tutto ciò che percepivo sapeva di saggio, di intelligente e interessante.
Il vento era la mia famiglia e sapeva strattonare la mia anima, il mio cuore e anche la mia mente.
E non esitava a rimproverarmi anche con tono abbastanza deciso e duro come quello di un padre, quando mi perdevo in insulti pensieri fallimentari o in qualche ragionamento poco maturo per la mia età e la mia intelligenza.
Un giorno però ha smesso di venirmi incontro. Ero li ad aspettarlo con la felicità nel cuore e la voglia di trascorrere il pomeriggio con lui, raccontando la mia serenità e la mia vita che ad un tratto sembrava andare per il verso giusto.
Ma lui non c'era….soffiava ma non nella mia direzione. Non era li ad attendermi, anzi mi trattava come se non fossi proprio presente.
Dialogava con il mare e mi lasciava indifferente.
Senza nemmeno sospirare capii di essere di troppo e, voltandomi più volte, girai i tacchi e tornai da dove ero venuta.
Passarono i giorni e stentavo a tornare al mio porticato. La delusione era stata talmente tanta che preferivo rimanere nella mia solitudine, versando lacrime interiori per non essere vista da alcuno e godendomi quegli attimi di felicità che si prospettavano dopo tanto tempo.
Passerà mi ripetevo…. Tornerà a soffiare per me e a scompigliarmi i capelli come la carezza di un umano.
E intanto in ogni gesto le sue raffiche erano sempre presenti e destabilizzavano le miei giornate, i miei pensieri, i miei sentimenti.
Si era offeso perché avevo fatto una scelta diversa da quella che lui si sarebbe aspettato da me. Era indifferente perché deluso e io mi comportavo come uno specchio, ricambiando la stessa indifferenza, e apparendo poco interessata.
Mi mancava… era un vuoto inesorabile, ma la parte più egoista di me diceva “non ti curar e passa”. Pensa a te stessa, al tuo momento sereno, ma non ce la facevo. Fingevo di dar retta all'egoismo, apparivo io stessa egoista, ma non era cosi.
Oggi, all'indomani dello tsunami mi sento io la vera catastrofe naturale.
Vorrei tornare indietro, molto indietro nel tempo, fino all'attimo prima di ideare la mia palafitta e bloccarmi esattamente li.

Vorrei non aver mai dato vita a questo progetto, vorrei tornare indietro, ma indietro non si torna e avanti… be senza la spinta del vento io non so andare avanti!