Ciascuno di noi è nato con in mano un dono:
quello della retorica, della musica, dello scrivere, della pazienza.
Quella bambina era appena nata e aveva le mani davvero piccole, ma teneva già
stretti milioni di doni, tutti diversi tra loro, ma che avrebbero fatto di lei
una bimba fuori dal comune, diversa dagli altri in tutta la sua particolarità.
Quando si viene al mondo non si sa ancora quello che la vita ha progettato per
noi, con cura e accuratezza e sconosciamo anche la potenza e anche la
potenzialità di quei doni tra le dita. Solo dopo ci accorgeremo di quello che
siamo e del perché siamo nati.
Il dono che mi affascina di più è certamente la bellezza dell’anima e non parlo
di un’anima che sia felice o buona perché di buono a parte le lasagne di mamma
non credo di conoscere nient’altro. Sto parlando di un’essenza ricca di sapere
e soprattutto di saper fare, una spinta che dall’interno spinge verso l’agire,
verso un moto il cui input è incontrollabile.
E ancora, parlo di un’anima pura, e ripeto non priva di peccati o pensieri
cattivi, ma di una che con caparbia, decisione e anche speranza ha raccolto i
frutti di un di un duro e interminabile lavoro di semina; ha assorbito, come
una spugna, goccia dopo goccia, l’arte e ne ha fatto la sua passione e la sua
voglia di vivere e di sapere.
E più passa il tempo più questa spugna sente la necessità di assorbire sempre
più acqua, sempre più cultura. La spugna non sa che quell’acqua darà da bere
agli assetati in un periodo di deserto sahariano, quando l’acqua in se sembrerà
un miraggio causato dalla stanchezza, dalla sete, dalla voglia di tornare a
casa e abbandonare quell’arduo cammino sabbioso.
Ci sono infatti periodi in cui mente e cuore sono aridi e solo la cultura potrà
salvarli dalla disidratazione. Solo in quei momenti sarai in grado di tirare
fuori la spugna che per tanto tempo ha assorbito, e ti disseterai
sorprendendoti perché incredulo hai accumulato una tua riserva senza volerlo.
E parlerai….parlerai cosi tanto da mancarti il fiato, vomitando tutta quell’acqua
che hai ingerito da farti venire “le rane allo stomaco” come direbbe mia mamma!
Sarai tu li, al centro dell’attenzione di una folla che ascolta ciò che hai da
dire e il modo in cui lo dici, intratterrai e non sarai per niente noioso, ma
soprattutto quell’applauso finale sarà cosi assordante da farti sorridere. E quei
denti bianchi, incorniciati da labbra rossissime, saranno lo specchio dei tuoi
occhi scintillanti e sussurreranno un grazie rivolto non alla platea, ma a te
stessa e ai tuoi genitori che in fondo hanno sempre creduto silenziosamente in
te.
Ma questo è solo il sogno di una studentessa soddisfatta dei suoi interventi
universitari e pura idealista, convinta che un giorno realizzerà questo sogno e
non solo!
Carissima Savanna,
RispondiEliminasei una ragazza che ha un grande talento dentro: quello di saper usare la cultura e la voglia di crescita per arrivare lontano.
Non fermarti mai, la sera di conoscenza va oltre ma soprattutto quell'applauso è la vittoria del tuo e del cuore di coloro che ogni giorno ti sostengono.
Da una ragazza che vuole conquistare il mondo i migliori auguri.
* la sete
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