Il tempo. È il
nemico giurato di tutti noi esseri umani. È nemico del ritardatario,
di colui che deve concludere un contratto, dello studente in piena
sessione d' esami, ma soprattutto è un nemico in amore.
Chiunque, me
compresa, ha paura del tempo perché porta con se il cambiamento e
non sempre questo è piacevole.
I ragazzi non vedono
l'ora che passi questo benedetto tempo per scoprire tutto ciò che la
vita ha in serbo per loro. Scoperte, vite da vivere, lacrime ma anche
sorrisi; i vecchi invece lo temono perché più passano le ore più
sentono alle loro spalle l'ombra della morte, l'unica che il tempo se
lo porta via e lo seppellisce per sempre.
I giovani hanno
minuti da perdere dietro stupide cose che a quell'età sembrano
talmente di vitale importanza da tralasciare ciò che lo è nella
realtà. Gli anziani invece non hanno un minuto da perdere e cercano
di viversi al massimo quei 1440 minuti del giorno senza dormire,
senza fermarsi un secondo perché per quello ci sarà un'eternità.
Alle volte fisso i
miei nonni perché sul loro volto è impresso il trascorrere del
tempo. Le rughe, le imperfezioni della pelle, le mani che tremano, la
schiena curva per i troppi anni di lavoro.
E se da un lato
rido, dall'altro avverto una fitta al cuore perché in loro non c'è
alcun tempo.
È come quando leggi
un libro che ti è piaciuto cosi tanto e ti ha fatto anche emozionare
da non voler giungere alla fine, ma ad un tratto ti accorgi che ti
rimangono solo pochi fogli prima della copertina finale.
Ma io non voglio
giungere al termine e soprattutto non lo voglio con il rimpianto di
non aver fatto abbastanza, di aver vissuto con l'angoscia nel cuore,
ma soprattutto di non aver amato.
E mi domando come
facciano gli uomini a rimanere inermi davanti al trascorrere del
tempo. Dapprima decantano progetti di vita più o meno imminenti:
lavoro, matrimonio, figli; tutto entro una scadenza precisa, come
quella indicata sulle bottiglie del latte.
Poi ad un tratto si
dimenticano di tutto questo e vivono così, allo sbaraglio, con
l'orgoglio che gli impedisce di vivere i fatidici minuti della
giornata.
Io ho paura del
tempo e non me ne vergogno. Lo temo perché cambia e plasma. Lo temo
perché può essere la nave della speranza, ma può anche essere il
Titanic, e tutti conosciamo il suo destino.
Il tempo è amico e
nemico e in pochi secondi ti ritrovi a cambiare i tuoi baci nei suoi
confronti in cazzotti carichi di rabbia e dolore per l'averti portato
via un caro, un familiare, il tuo amore!
E non puoi
prendertela con nessuno perché il tempo è come un treno, viaggia
dritto sui binari, seguendo il suo itinerario e devi essere tu bravo
a salirvi su, aspettandolo puntuale alla tua fermata.
Nessun commento:
Posta un commento